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Alimentazione KM Zero: cos’è e perché è sostenibile

Alimentazione KM Zero: cos’è e perché è sostenibile

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Il KM Zero in economia è un tipo di commercio nel quale i prodotti vengono commercializzati e venduti nella stessa zona di produzione. La locuzione “a Chilometro zero” in ambito agroalimentare identifica una politica economica che predilige l’alimento locale, in contrapposizione all’alimento globale, e soprattutto risparmiando nel processo di trasporto del prodotto, in termini anche di inquinamento.
Fonte: Wikipedia

KM Zero: facciamo chiarezza

Gli alimenti km zero o km utile devono  avere  una distanza non superiore a 70 chilometri dal luogo di vendita, dal luogo di consumo in caso di servizi di ristorazione. Sono compresi anche  i prodotti della pesca nelle acque interne e lagunari, provenienti da punti di sbarco posti a una distanza non superiore a 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita, o dal luogo di consumo del servizio di ristorazione.

Perché il KM Zero è sostenibile e tutela l’ambiente

Pensiamo a quanti Km deve percorrere, per esempio, un alimento importato dal Continente Asiatico per arrivare sulle nostre tavole. Parliamo di più di 7000 km, il consumo di carburante e le conseguenti emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Imballaggi e costi recano un danno enorme alla  salvaguardia del nostro pianeta.
Ora pensiamo a quanti km deve percorrere il contadino per recarsi al mercato del paese, pensiamo al costo del sacchetto di carta dove  avvolge la verdura che ha coltivato senza l’uso di additivi, pesticidi e conservanti.
Il km zero è indubbiamente una scelta green che rispetta e tutela il mondo in cui viviamo.

Una vita a impatto zero

Km Zero ieri e oggi

Fino a pochi anni fa si comprava la frutta dal fruttivendolo sotto casa.
Ieri era quasi impossibile trovare le fragole a ottobre ed i cavolfiori a luglio, si andava  dal macellaio di fiducia e nel piccolo negozio di alimentari all’angolo.
Il panettiere sfornava il pane che serviva a soddisfare la gente del quartiere senza sprechi inutili.
Si andava al mercato dove si poteva trovare quello che magari in paese non c’era, l’olio del contadino, il pescato del giorno, il miele degli apicoltori locali.
L’arrivo dei Centri Commerciali tra gli anni ’80 e ’90 dove in un’ora di è possibile trovare tutto quello che si vuole con la possibilità di spaziare tra i continenti, ha portato l’italiano ad allontanarsi dal scegliere l’economia locale.
Scegliendo oggi il KM zero si ritorna a saltare il processo intermedio tra il consumatore ed il produttore. Si abbattono sprechi, si riduce l’inquinamento in quanto si dimezza il consumo di carburanti ed imballaggi.

Quali sono i prodotti più venduti a KM Zero?

Tra i prodotti più venduti a KM zero troviamo latte, formaggi, uova, verdura, frutta, legumi, olio, vino, miele e cereali che sono alla base della Dieta Mediterranea.
Scegliere il Km zero è scegliere di dare forza all’economia locale, a volte è possibile conoscere direttamente il produttore ed addirittura è possibile degustare i prodotti prima dell’acquisto.
Abbattendo l’uso di conservanti i prodotti conservano profumi, colori e sapori veri della natura.
La scelta KM zero è una scelta green e consapevole che rispetta la natura ed il territorio dato il basso impatto ambientale, garantisce la stagionalità del prodotto aiutandoci ad avere un’alimentazione varia ed equilibrata tutto l’anno.

Svago a KM Zero

Purtroppo la pandemia che affligge il nostro pianeta ci costringe a pensare ad un’estate senza vacanze intercontinentali e mete esotiche.
Abbiamo comunque la fortuna di vivere in Italia che ci offre tutte le mete per poterci godere un meritato periodo di relax.
Mare, montagna, lago, collina, possiamo scoprire destinazioni alternative spesso non prese in considerazione perché “troppo vicine” da visitare.
Sono tanti anche i B&B, gli agriturismi e i ristoranti che tengono a sottolineare e a farne punti di forza, l’avere prodotti a km zero spesso provenienti, magari, dai loro stessi orti e fattorie.
Le difficoltà economiche costringono molti a risparmiare in vacanza.
Si prediligono spese utili con l’enogastronomia locale, che è diventata anche una componente irrinunciabile della vacanza Made in Italy.
Meno aerei, meno spostamenti lunghi e più vacanze Made in Italy, una vacanza eco-responsabile spesso in località vicine, all’insegna del turismo sostenibile, questo è l’obiettivo di una vacanza green a Km zero.
agriturismo km zero
Agriturismo e Vacanze KM Zero – Foto di Canva

Pillole di curiosità –  Io non lo sapevo. E tu? 

  • Da un’analisi della Coldiretti emerge sulla base dello studio Ispra sullo spreco alimentare, nel sottolineare che in Italia sta crescendo la sensibilità ambientale. 30 milioni di italiani fanno la spesa dal contadino almeno una volta al mese, in aumento nel 2017 dell’11%.
  • Se parliamo di impatto ambientale é stato calcolato  – continua la Coldiretti – un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole italiane deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per più di 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica e l’anguria brasiliana, che viaggia per oltre 9mila km, brucia 5,3 chili di petrolio e libera 16,5 chili di anidride carbonica per ogni chilo di prodotto, attraverso il trasporto con mezzi aerei.

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