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Quali saranno le professioni artigiane più richieste?

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Le nuove tecnologie e la rapida evoluzione che negli ultimi anni ha investito trasversalmente tutti i settori preoccupa rispetto a quello che potrebbe essere il futuro di molte professioni.

Ma in realtà, se pur l’avvento delle nuove tecnologie farà sparire moltissimi lavori, producendo un alto numero di disoccupati, il rovescio della medaglia mostra la nascita di nuove professioni che non si sarebbero mai immaginate e che creano nuovi posti di lavoro. Se da un lato la rivoluzione tecnologica ha portato alla perdita di professionalità che non erano più al passo coi tempi, perché non rispondenti alle nuove esigenze del mercato del lavoro, dall’altro si manifesta un importante ritorno a lavori manuali e artigianali, con la riscoperta di tecniche antiche che vanno coltivate nella lentezza. Spariscono figure come quella del rappresentante, che viene sostituito dal rapporto diretto tra produttore e consumatore finale, nascono le professioni legate ai social, e poi si riscoprono le professioni artigiane legate alle antiche tradizioni e quelle che ruotano intorno al made in Italy. Questo fenomeno non solo vede la nascita di nuove botteghe artigiane ma anche di un’alta richiesta da parte delle aziende di personale specializzato in lavorazioni di qualità, come avviene nel comparto moda o nel settore calzaturiero.

Quali saranno le professioni artigiane più richieste?

tabella_Report previsivo 2019-2023 fonte: Unioncamere – ANPAL, Sistema Informativo Excelsior.

Secondo il Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e dall’ANPAL – Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, che si colloca tra le maggiori fonti disponibili in Italia sui temi del mercato del lavoro “si stima che imprese e PA ricercheranno tra circa 270.000 e circa 300.000 lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali o connesse a Industria 4.0. La Digital Transformation non interessa solo l’industria, ma si estende a monte e a valle, creando un ecosistema digitale diffuso, reso possibile dallo sviluppo di tecnologie avanzate che intervengono lungo tutta la filiera, dalla progettazione alla produzione, dalla logistica alla personalizzazione dei servizi post-vendita. Sono tecnologie che consentono ai macchinari, alle infrastrutture e agli strumenti di essere fra di loro connessi in modo da interagire non solo attraverso azioni fisiche meccaniche ma anche attraverso la rete, utilizzando sensori e altri dispositivi, e garantendo una sincronizzazione costante e una ottimizzazione della produzione grazie a una continua analisi dei dati elaborati dai singoli componenti digitalizzati. Nella filiera meccatronica e robotica le figure più richieste saranno i tecnici per l’automazione e i sistemi meccatronici, i tecnici per la gestione e manutenzione ed uso di robot industriali, i progettisti di impianti industriali e gli addetti alla programmazione di macchine a controllo numerico. In particolare, la meccatronica è il comparto manifatturiero centrale per il passaggio alle nuove modalità produttive, sinteticamente riassunte con il termine Industria 4.0, e con esso giocano naturalmente un ruolo di primo piano i comparti terziari dell’informatica e dei servizi avanzati. Il fatto che la digitalizzazione stia diventando sempre più pervasiva fa sì che, come documentato dall’indagine Excelsior, i principali utenti non siano più solo le grandi imprese ma soprattutto le piccole e medie imprese che ricercheranno un maggior numero di figure professionali legate alla trasformazione della catena produttiva.

Tra i settori industriali con tassi di fabbisogno elevati nella media del periodo si segnalano il comparto delle pelli-calzature (2,5-2,9%) e l’industria alimentare (2-2,2%). A un livello di maggiore dettaglio, i settori manifatturieri che esprimeranno il maggior fabbisogno occupazionale saranno l’industria della fabbricazione di macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (83.100-95.600 unità), le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (54.300-66.700 unità), l’industria alimentari, bevande e tabacco (47.100-50.800 unità) e infine il comparto tessile, abbigliamento, pelli e calzature (35.200-46.500 unità). Per quanto riguarda gli indirizzo di studio, determineranno le maggiori richieste di diplomati l’indirizzo amministrazione-finanza (284.900-315.400 unità), industria e artigianato (184.400-212.600 unità) e turismo (78.100-83.100 unità).”

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

La riscoperta dell’artigianato

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