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Come aprire una riserva naturale

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Se ami la natura e stai pensando di aprire una riserva naturale, ma non sai da dove partire ecco una mini guida per te.

Come aprire una riserva naturale: da dove inizio?

Per aprire una riserva naturale prima di tutto è necessario avere ben chiaro cosa si intenda con riserva naturale e sapere che le diverse aree verdi, in base a differenti caratteristiche, sono soggette a burocrazia, obblighi e diritti diversi tra loro.

Come aprire una riserva naturale: da dove inizio?Mini Guida dei primi passi per aprire una riserva naturale

Definizione di riserva naturale

Possono essere considerate riserve naturali tutte quelle aree terrestri, marine, fluviali o di lago all’interno della quale vivono specie di interesse naturalistico. Le specie possono essere sia appartenenti alla flora che alla fauna: in quest’ultimo caso possono essere fisse o di passaggio in determinati periodi dell’anno.

Si può scegliere di aprire una riserva anche per preservare determinati ecosistemi che garantiscano la crescita e lo sviluppo di diversità biologiche, anche in questo caso indipendentemente dal fatto che esse vivano regolarmente in tale ambiente o siano solo di passaggio in determinati periodi dell’anno.

Le riserve possono essere di tipo statale o regionale: la differenza non viene fatta in base alle dimensioni della riserva ma esclusivamente all’importanza e al numero delle specie rappresentate.

Come aprire una riserva naturaleCome aprire una riserva naturale: parco o riserva?

Differenza tra parco e riserva naturale

Ricordiamo che una riserva naturale è un tipo di area protetta ed è differente da quello che viene invece definito parco naturale.

Le riserve naturali, infatti, possono essere realizzate solo in aree ben definite, in cui sono riconosciuti alcuni specifici parametri relativi all’ambiente e all’ecosistema. L’attività dell’uomo all’interno di una riserva naturale è praticamente nulla, in quanto viene ammessa solo per garantire il corretto mantenimento dell’equilibrio dell’area. Non sono previsti, quindi, interventi che puntano al miglioramento dell’ambiente ma solo gestione dell’habitat specifico in cui nascono o si sviluppano le specie presenti.

Alcune particolari riserve naturali, definite riserve orientate, prevedono invece interventi da parte dell’uomo che potrà, senza entrare in contrasto con gli ambienti naturali, procedere ad operazioni agricole o pastorali. Questi interventi vanno comunque effettuati solo in alcune aree della riserva, definite di pre-riserva. Si tratta comunque di interventi altamente controllati e che risultino poco invasivi con la riserva stessa.

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parchi, invece, sono caratterizzati da una maggiore versatilità: anche essi possono essere sia terrestri che fluviali o prevedere zone di lago. Per quanto riguarda invece i parchi marini, questi sono regolati da ulteriori normative. All’interno di un parco naturale si preservano non solo le specie e gli ambienti, ma anche il valore paesaggistico, nonché quello artistico e culturale. Si può quindi dire che un parco prevede una maggiore interazione con l’uomo e con la cultura e tradizioni locali.

Come aprire una riserva naturale: primi passi

Questo tipo di ambiente non può essere privato, ma solo di tipo regionale o statale. Sono infatti le Regioni o lo Stato che istituiscono una riserva naturale dopo averne valutato le effettive caratteristiche biologiche e ambientali. Nel caso in cui la riserva venga istituita dallo Stato, questo dovrà accordarsi con la Regione all’interno della quale si trova l’area di interesse.

Una volta istituita, la riserva naturale viene data in gestione ad enti pubblici specifici, in grado di garantire la massima cura e rispetto dell’ambiente e delle specie o delle specie che vi vivono. Gli enti che possono vengono preposti alla gestione della riserva naturale sono solitamente istituzioni scientifiche, Università, Enti pubblici o associazioni ambientalistiche riconosciute: molte riserve naturali sono infatti gestite dal WWF o da Legambiente. Sono invece rari i casi di gestione integrata, che prevedono la collaborazione tra pubblico e privato. In tal caso un privato potrà gestire la riserva ma non istituirla autonomamente.

Gli enti che gestiscono la riserva possono poi fare richiesta di riconoscimento di area protetta. Questo ulteriore passaggio e riconoscimento prevede una serie di vincoli e documenti che dimostrino la completa corrispondenza dell’area a quanto definito all’interno della “Delibera del Comitato Nazionale per le Aree Naturali Protette”.

Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?

  • Dalla classificazione dei parchi nella “Conferenza internazionale per la protezione della natura” avvenuta a Brunnen (1956) si è giunti a una classificazione più recente con l’IUCN avvenuto a Perth nel 1990. La nuova classificazione è basata su obiettivi di gestione ben definiti e individua otto categorie di aree protette:
    • Riserve scientifiche e aree Wilderness, aree adibite alla conservazione delle biodiversità e studi scientifici in cui i processi naturali si possono svolgere senza l’aiuto dell’uomo.
    • Riserve e Parchi nazionali, aree istituite per proteggere e preservare l’integrità ecologica di uno o più sistemi.
    • Monumenti naturali, aree caratterizzate da un elemento naturale o culturale di notevole valore.
    • Aree di gestione degli habitat e della natura, aree dove viene garantita la sopravvivenza a specie rare, specie a rischio di estinzione o specie minacciate e di comunità biotiche.
    • Paesaggi protetti, aree in cui la natura e la popolazione umana si devono integrare in maniera armonica.
    • Siti mondiali della natura, aree considerate patrimonio mondiale.
    • Aree della conservazione di Ransmar, aree adibite alla protezione della fauna acquatica.
    • Riserve della biosfera, si tratta di aree naturali da conservare per tramandarle alle generazioni future (fanno riferimento a uno dei programmi dell’UNESCO) scelte dalla comunità mondiale e possono includere aree degradate dove si può sperimentare il recupero ambientale.

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