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3DRap: un laboratorio di idee nel borgo di Capocastello

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Oggi vi raccontiamo una storia di creatività e innovazione ambientata in un piccolo borgo del Sud Italia, Capocastello. Una storia che ha come protagonisti un gruppo di giovani brillanti le cui idee si sono materializzate in un luogo improbabile. È anche la storia di un raro connubio tra passato e futuro, tra lentezza e rapidità. Dove il tempo scorre indolente, il laboratorio di propotipazione 3DRap incede ogni giorno più rapidamente, arrivando sempre più lontano, eppure restando fermo lì, nella piazza di un paese.

Il borgo di Capocastello

Siamo nel piccolo borgo di Capocastello, in provincia di Avellino. A vederlo, un paesino come tanti, si potrebbe dire : strette viuzze che si arrampicano, si intrecciano e a volte si aprono in ampie piazze o terrazze panoramiche, per poi incontrarsi di nuovo tutte in cima, dove culminano nel castello medievale o, meglio, nelle sue rovine.

capocastello
Source: http://www.irpinianews.it/            

Come in tutti i preziosi borghi che costellano il nostro Paese, anche passeggiando per Capocastello, sarà facile imbattersi in scene di vita quotidiana impagabili. Bambini che giocano a pallone in piazza, anziani seduti sulle panchine che parlano delle loro vite , nel loro dialetto, negozi con le stesse insegne da quarant’anni e profumi di antiche tradizioni culinarie.

Quello che non ci si aspetterebbe mai di trovare è un laboratorio, di soli giovani, popolato di macchine all’avanguardia : stampanti 3D, simulatori di guida e altre strane creature delle quali, in tutta onestà, non conosciamo la funzione. La 3DRap è nata proprio tra quelle viuzze, vincendo una scommessa con l’immobilità, e non solo.

Oggi, ci racconta Domenico Orsi, CEO dell’azienda,  i prodotti marchio 3DRap arrivano in ben 80 Paesi nel Mondo. Da quando ha aperto, due anni fa, la 3DRap ha ottenuto molti riconoscimenti tra cui l’ultimo proprio pochi giorni fa, con la vittoria del Premio “Start Up Evolution” per l’idea dell’Hand Controller, controller manuale pensato per i sim driver diversamente abili.

Noi abbiamo fatto alcune domande a Domenico Orsi, per capire meglio il rapporto dell’azienda con il territorio e le prospettive future.

1) Finora ha rappresentato uno svantaggio il fatto di trovarvi in Irpinia?

Guardiamo il lato positivo. Conosciamo tutti la situazione socio-economica del nostro territorio nazionale e locale. Ma ci teniamo particolarmente alla dimensione italiana (nonché irpina) di quel che realizziamo, perché esprime appieno lo spirito della nostra scommessa: restare. E per ora la stiamo vincendo, grazie anche a strumenti come internet ed alla capacità di diffondere il nostro brand su tutte le piattaforme social disponibili oggi.

Uno dei settori che maggiormente stiamo aggredendo è quello delle simulazioni di guida online (sim racing) e, per la natura stessa di questo “e-sport” , la sede fisica incide in maniera veramente marginale. Ciò che conta davvero è la fruibilità del nostro e-commerce integrato, unita ad una buona pianificazione di quelle che sono le strategie marketing online. Senza sottovalutare , ovviamente, l’originalità dei prodotti che realizziamo e che spediamo ormai in ben 80 paesi nel mondo.

2) Come siete percepiti dalle persone del luogo?

Gli abitanti di questo fantastico borgo medievale sono stati veramente ospitali ed inaspettatamente aperti a condividere con noi la curiosità verso un futuro che non è poi così tanto lontano. La stampa 3D, infatti, è un modello che ben si sposa con queste piccole realtà provinciali.

Uno strumento potentissimo che permette a startup come la nostra, con investimenti relativamente piccoli, di poter sviluppare idee innovative e realizzabili in poche ore. In questo modo si accorcia moltissimo la filiera che c’è dietro la commercializzazione di un qualsivoglia prodotto.

Si tratta di un vero e proprio modello di crescita che si contrappone a quello classico derivante dall’industria così detta “pesante”. Infine, grazie all’utilizzo di materiali biodegradabili e rispettosi dell’ambiente siamo riusciti anche a sviluppare un modello di business che si basa su concetti come l’upcycling , che sono intrinsechi in popolazioni antiche come quelle che hanno sempre vissuto in questo contesto.

3) Prevedete di restare in Irpinia?  Perché?

Nonostante abbiamo già avuto il piacere di partecipare ad eventi importanti in Italia e all’estero, siamo molto fiduciosi di continuare a sviluppare la nostra attività in questa terra. Vogliamo puntare sul Made in Italy un marchio che, come tutti sappiamo, è il terzo al mondo per importanza e va assolutamente tutelato.

Ada Maria De Angelis

 

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