La recente approvazione da parte del Parlamento Europeo della Direttiva Green ha sollevato preoccupazioni riguardo alla possibile svalutazione delle case in classe energetica bassa e alla loro futura vendibilità. In questo articolo, esamineremo i motivi che potrebbero portare alla situazione delle case non vendibili dal 2030 e analizzeremo le implicazioni della direttiva green sull’intero mercato immobiliare.
Cosa significa avere una casa in classe G?
Le case in classe energetica G sono caratterizzate da un consumo energetico elevato, poiché non rispettano i requisiti di efficienza energetica. Vivere in tali abitazioni comporta costi energetici elevati per le famiglie che le abitano. La nuova direttiva dell’UE mira a migliorare l’efficienza energetica degli edifici e richiede che entro il 2028 tutti i nuovi edifici abbiano emissioni zero, un obiettivo che avrà un impatto significativo sul mercato immobiliare e potrebbe portare a una lunga lista di case non vendibili dal 2030.
Quali classi energetiche saranno richieste per vendere casa nel 2030?
Secondo il testo approvato dalla commissione parlamentare Industria, gli edifici residenziali dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. La direttiva green si concentra principalmente sulle abitazioni più energivore, classificate come classe energetica G, che rappresentano circa il 15% degli edifici in Italia. Questo significa che un gran numero di edifici dovrà essere ristrutturato per adeguarsi alle nuove normative, altrimenti rischiano di diventare non vendibili a partire dal 2030.
Obiettivo principale della direttiva case green
La direttiva case green dell’Unione Europea ha come obiettivo principale aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici per renderli energeticamente efficienti e migliorare le prestazioni energetiche complessive. Ciò implica l’introduzione di nuovi parametri di classificazione della prestazione energetica degli edifici.
L’adeguamento energetico e le conseguenze per i proprietari di casa
Attualmente, l’approvazione della direttiva non comporta la necessità immediata di ristrutturare le abitazioni per adeguarsi alle nuove normative. Tuttavia, ogni paese membro avrà il compito di elaborare un piano nazionale di ristrutturazione adattato alle proprie esigenze. È importante considerare che gli edifici in classi energetiche basse potrebbero subire una svalutazione e che i proprietari dovranno affrontare spese significative per migliorare l’efficienza energetica delle loro abitazioni.
Il ruolo delle banche e degli incentivi finanziari
Per facilitare il processo di ristrutturazione degli edifici e supportare i proprietari, sarà necessario un sostegno finanziario adeguato. Le banche possono giocare un ruolo fondamentale nel fornire finanziamenti a condizioni favorevoli per consentire agli individui di eseguire i lavori di adeguamento energetico. Allo stesso tempo, gli incentivi finanziari da parte delle istituzioni pubbliche possono stimolare ulteriormente la domanda di ristrutturazione energetica e aiutare i proprietari a coprire parte delle spese sostenute.
La direttiva green dell’Unione Europea rappresenta un importante passo avanti verso la sostenibilità ambientale nel settore edilizio. Se da un lato l’obbligo di adeguamento energetico delle abitazioni può comportare svalutazioni e spese significative per i proprietari, dall’altro contribuirà a ridurre le emissioni di gas serra e a contrastare il cambiamento climatico. Sarà essenziale che gli Stati membri mettano in atto misure adeguate per sostenere i proprietari nel processo di ristrutturazione e offrire incentivi accessibili, al fine di agevolare la transizione verso un’edilizia più sostenibile.
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