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Home sharing: il fenomeno dei brevi soggiorni per lunghi viaggi

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Cos’è il fenomeno della Home Sharing? “Sharing” è la traduzione inglese di condivisione. Crea relazioni ed opportunità di socializzazione. Ma potrebbe creare anche business? La share economy è un modello economico che sta prendendo piede su diverse piattaforme commerciali che vendono servizi di condivisione unendo, quindi, le esigenze dell’imprenditore con quelle dei consumatori. Questo favorisce non solo i nuovi stili di vita indirizzati verso il risparmio ma anche la socializzazione e la salvaguardia dell’ambiente.

Scopriamo il mondo dell’Home sharing

Credits: www.pixabay.com

I servizi disponibili in questo nuovo mercato sono svariati. A partire dai trasporti come per Bla Bla Car, un portale che offre una rete di passaggi su tratti comuni, arrivando a Uber, un alternativo servizio taxi nato a San Francisco offerto da parte di privati, terminando con Airbnb, una lista di appartamenti affittabili per periodi utili a visitare la città il giusto indispensabile.

I dati ISTAT dimostrano le abitudini più comuni degli italiani viaggiatori: il 91.4% dei viaggi effettuati sono per vacanze, e di questi solo il 7.7% comprendono il pernottamento (di cui il 9.2% in abitazioni private). Ancor più interessante è vedere come il 52.4% degli italiani vada in vacanza per divertimento o alla ricerca del relax, ed il fatto che il 63.6% viaggi in macchina per raggiungere la meta.

Il business in costante crescita è accentuata, quindi, dalle nuove esigenze degli italiani ed in parte all’espansione del mercato delle applicazioni per cellulare che facilitano un servizio costante “a portata di mano”. Molti fanno affidamento a questi siti, sia per offrire sia per acquistare servizi. Secondo gli ultimi dati forniti dai siti citati possiamo capire quanto il fenomeno dell’Home sharing stia prendendo piede. Le abitazioni affittate sono prime o seconde case degli imprenditori stessi, quindi i servizi e gli standard qualitativi sono soddisfatti appieno.

Home sharing in Italia

Ph: Antonio Di Padova

In Italia gli host (termine che definisce chi affitta la propria casa) sono più di 121 mila, la metà dei quali percepisce un reddito inferiore o uguale al reddito medio degli italiani. Il 28% dei fruitori delle soluzioni “short stay” (brevi permanenze) hanno dichiarato che senza questa possibilità non avrebbero scelto l’Italia come meta delle proprie vacanze. Per quanto riguarda invece i passaggi “occasionali ma organizzati”, dei quali si parlava in precedenza, interessano attualmente 60 milioni di utenti dei quali 8 milioni attualmente attivi, coinvolgendo 22 paesi, dalla Francia, alla Spagna, fino al Messico, e permettendo la circolazione di più di 400 milioni di dollari (statistica aggiornata dal 04/06/2017).

Ormai è risaputo come la vacanza itineraria sia una esperienza turistica che attrae, stranieri o cittadini del proprio Paese, giovani o meno giovani. Risparmio, socializzazione e luoghi da vedere: cosa cerchi ancora?

Uno studio della PriceWaterhouse Coopers ha dimostrato come il processo di crescita del fenomeno Home Sharing porterebbe ad un mercato di 570 miliardi di euro nel 2025, 20 volte superiore rispetto al valore attuale. Attualmente il valore di mercato ammonta a 3.6 miliardi di euro, raddoppiato solo negli ultimi mesi, ma niente a confronto degli 83 miliardi previsti dei prossimi anni.

Chiunque ha dei beni in disuso da tempo, da immobili a mezzi di trasporto. Quanto avremmo potuto guadagnare nel frattempo?

Leggi anche: Sharing mobility, una soluzione in più e un problema in meno

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