Vai al contenuto

Il 2019 è l’anno del turismo lento

Condividi L'articolo su

Lo aveva annunciato due anni fa l’allora ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: “Dopo l’anno dei cammini, quello dei borghi e l’anno del cibo, concluderemo questo percorso ideale per valorizzare i territori italiani meno conosciuti con l’anno del turismo lento nel 2019”.

In quell’occasione il ministro stava prensentando l’Altlante digitale dei cammini, un portale creato dal Mibact dedicato alla scoperta delle vie verdi d’Italia. Una mappa di itinerari culturali, cammini, treni storici, viaggi a cavallo, nata per valorizzare territori italiani lontani dal turismo di massa, in un’ottica di viaggio innovativo e sostenibile.

Rilanciare zone dell’entroterra, antiche vie di trasporto, percorsi tracciati da pastori e contadini, sentieri di montagna è una strategia di sviluppo e di tutela insieme. Memorie, storia, patrimonio di conoscenze e artigianalità, bellezze naturali che rendono ogni terrirorio e quindi il nostro Paese unico e che per questo vanno valorizzate.

Un’opportunità impagabile per le zone coinvolte di crearsi un’identità e offrire una proposta tutta basata sull’unicità e l’autenticità ma allo stesso tempo attenta alle esigenze dei turisti, il che implica in molti casi, investimenti di cui può giovare un’intero territorio. Pensiamo alle attività commerciali ed enogastonomiche, come la vendita di prodotti tipici a km 0: investire sul turismo lento significa investire sul proprio territorio.

Che cos’è il turismo lento?

“Il camminare presuppone che a ogni passo il mondo cambi in qualche suo aspetto e pure che qualcosa cambi in noi.” Partiamo da una frase di Italo Calvino per rispondere a questa domanda. Camminare presuppone lentezza, la parola chiave dalla quale si dipanano i valori che stanno alla base del turismo lento:

  • Autenticità: lontano dai circuiti turistici di massa, gli itinerari del turismo lento permettono di scoprire realtà territoriali autentiche, con proprie peculiarità e caratteristiche.
  • Scambio culturale: Non solo natura, paesaggi e eccellenze enogastronomiche. Viaggiare lento significa anche incontrare le persone che abitano un territorio e confrontarsi con le loro usanze, saperi e culture.
  • Sostenibilità: Turismo lento è sinonimo di turismo sostenibile. L’impatto sull’ambiente che ha una camminata, una passaggiata a cavallo è davvero minimo, nonchè economicamente conveniente e rispettoso delle comunità locali.
  • Spazio alle emozioni: Attraversare a piedi un cammino tracciato sulle antiche vie romane, ad esempio è un’esperienza avvincente. Decidere di allontanarsi dai ritmi frenetici della vita di tutti i giorni è terapeutico e appagante e un momento di riflessione personale impagabile. Anche affrontare un lungo percorso con il solo aiuto delle proprie gambe può essere una sfida con sè stessi, insomma il turismo lento può farci cambiare.

Alcuni dati del turismo sostenibile in Italia

Il turismo lento asseconda il trend che vede un numero crescente di italiani praticare turismo attento al territorio e all’ambiente. È ciò che emerge dal rapporto “Gli italiani, il turismo sostenebile e l’ecoturismo” realizzato dalla Fondazione UniVerde, in collaborazione con IPR Marketing.

Il 58% degli intervistati, nel pianificare un viaggio, si pone il problema di fare scelte che non danneggino l’ambiente. Cresce inoltre al 51% la percentuale di chi avverte il turismo come una possibile origine di danni all’ambiente. Secondo le previsioni, nei prossimi dieci anni, la sensibilità per il turismo sostenibile e l’ecoturismo crescerà per il 63% degli italiani.

Scopri i cammini d’Italia consultando la mappa del Mibact.

Ada Maria De Angelis

TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? TI INTERESSA L’ARGOMENTO?   ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER 

Condividi L'articolo su

TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER 

Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it

Seguici su

Cerchi ispirazione?

Iscriviti alla nostra newsletter

News